Tab Article
Paul Ludwig Landsberg (1901-1944), filosofo tedesco di origine ebraica, allievo di Husserl e di Scheler, divenne negli anni dell'esilio uno dei principali collaboratori di Mounier e della rivista "Esprit". Al momento della sua morte in un campo di concentramento nazista lasciò un'opera incompiuta e dispersa. La sua riflessione d'impronta fenomenologica si sofferma su svariati ambiti sempre in qualche modo riconducibili alla persona umana, alla sua essenza e al suo destino ultimo. Attorno a questo nucleo ruotano l'indagine dell'esperienza religiosa alla luce di Agostino e Pascal; l'impostazione di un'antropologia filosofica a partire dall'autoconcezione umana; l'approccio alla tematica della morte in chiave interpersonale; il tentativo di precisare il senso morale del rifiuto del suicidio; l'affermazione della necessità dell'"engagement" storico-politico per la realizzazione dei valori e delle vocazioni personali e comunitari. Il presente lavoro, che si avvale anche di ricerche d'archivio e di inediti, ripercorre i diversi momenti del pensiero di Landsberg, cercando di rintracciarne i fili conduttori e di ricomporli, per quanto possibile, in un disegno unitario.