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L'atto sessuale può essere visto come la strumentalizzazione di un altro per il piacere di uno solo; e i bambini vengono a far parte di una famiglia senza il loro consenso. Per questo, secondo Kant, i rapporti familiari non possono essere intesi come contrattuali. D'altra parte, dal momento che le persone non sono cose, non possono neppure essere compresi come una collezione di diritti reali o diritti sulle cose. Kant sentì la necessità di aggiungere un nuovo titolo ai diritti personali e ai diritti reali, allo scopo di rispondere a una domanda fondamentale, connessa ad alcuni momenti essenziali dell'esistenza umana (il rapporto sessuale e la nascita): a quali condizioni è possibile istituire una famiglia giusta? Il nuovo titolo fu molto criticato, e la teoria di Kant fu dimenticata. La Rechtslehre, tuttavia, riconosce il bambino come primo cittadino del mondo, tratta il diritto alla genitorialità come indistinto e congiunto e postula l'uguaglianza delle donne. Tale modello supera così la dicotomia tra pubblico e privato, e anticipa le teorie femministe che riconoscono la necessità di fondare la prima comunità umana su basi razionali. Nei limiti della ragione si propone di mostrare la forza innovativa del progetto di famiglia razionale kantiana grazie al confronto con Fichte e Mary Wollstonecraft, e attraverso il dialogo con il dibattito femminista di oggi. È infatti possibile progettare una famiglia giusta, che tuteli i soggetti più deboli, a partire da Kant.