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Come è possibile affrontare in termini complessivi la nozione di mancanza in base a un repertorio teorico novecentesco? I riferimenti prescelti sono stati la fenomenologia e la filosofia analitica americana con l'obiettivo di cogliere la compatibilità di un regime discorsivo logico-concettuale con la prospettiva ontologica di una ricerca del senso eccedente. Recuperando all'interno della fenomenologia la dimensione ontologica il volume propone una rilettura del concetto di intenzionalità di Husserl. Dal dibattito interno agli analitici emergono quelle posizioni che interagiscono con la filosofia "continentale", quali l'intenzionalità e la coscienza secondo John Searle. Nella seconda parte si indaga la mancanza mediante "prelievi" tematici operati entro i territori delle scienze umane: la linguistica per il linguaggio, la psicoanalisi per il simbolo, l'antropologia per il concetto di identità. Ne emerge in sintonia con Ricoeur, l'idea che l'incremento del senso come supplenza della mancanza si può realizzare attraverso la via lunga delle scienze umane alla luce di una fenomenologia di tipo ermeneutico. Il lavoro presenta un quadro aggiornato nella filosofia contemporanea (in relazione alla diarchia continentali/analitici) e nelle scienze umane (in relazione a posizioni post-strutturaliste in linguistica, post-freudiane in psicoanalisi, post-funzionaliste in antropologia).