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Quest'opera nasce dall'esigenza di affrontare il rapporto tra sociologia e globalizzazione; dibattito che conduce rapidamente a dover affrontare i molteplici problemi contemporanei riguardanti le forme dei mutamenti in atto nelle società. L'assunto principale dell'indagine è che la globalizzazione, lungi dall'essere meramente strutturale, sia invece anche un mutamento culturale e come tale includa le dinamiche del potere, della disuguaglianza, dell'egemonia culturale e mediatica. Studiare la globalizzazione, dando conto della qualità e dell'ampiezza di questi cambiamenti richiede anche mettere profondamente in discussione il paradigma dominante. I crescenti conflitti economici, etnici, religiosi, sempre più spesso militari, i disastri ecologici, il persistere di ineguaglianze sociali tradizionali, mentre rapidamente se ne creano di nuove, inducono a sperare e a lavorare nella creazione di relazioni diverse, non più basate sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dell'uomo sulla donna, di entrambi sulla natura. I nuovi movimenti sociali, le mobilitazioni ecologiste e contro le guerre, le associazioni di donne, di volontariato e di mutuo aiuto, le sperimentazioni dei social forum e delle reti internazionali chiedono a gran voce il cambiamento: che un altro mondo sia possibile. Un'altra sociologia è possibile? Gli autori di questo studio credono di sì.