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Il tempo fugge. Da sempre l'hanno pensato e detto innumerevoli scrittori in prosa ed in versi, filosofi, uomini comuni. L'autore di questo volume ha scelto di concentrare la sua attenzione sul poeta latino Orazio, che come pochi ha saputo rappresentare i vari modi di agire del tempo nella natura e nella vita dell'uomo. Sotto la scorta di Epicuro e della grande lezione della lirica e della tragedia greca, Orazio ci ha voluto anche dire come dal tempo ci si possa difendere: chiudendoci nel presente e proteggendolo dal passato (da cui tornano i fantasmi dei beni perduti), senza pensare al domani, che è del tutto inconoscibile. Attraverso l'analisi dei vari componimenti, il loro confronto con i greci e, fra i latini, principalmente Lucrezio, Ovidio e Seneca, si precisa il pensiero di Orazio su questo tema e la sua posizione all'interno di un argomento che è uno dei più noti e dei più studiati della letteratura.