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Il volume vuole proporre una nuova, ulteriore (ma non alternativa) chiave di lettura della materia sensibile nelle "Enneadi" di Plotino, chiave di lettura che possa render conto delle numerose e vistose analogie che paiono intercorrere tra questo peculiare aspetto della teoresi plotiniana e il concetto di vuoto che era, all'epoca, recisamente avversato da Aristotele, ma che oggi è stato ampiamente rivalutato sia dalla fisica quantistica che dalla micropsicoanalisi di matrice fantiana. Il vuoto è, nell'opera di Plotino, non solo concepibile (sia pure non come ente reale, bensì come ente di ragione), ma anche contemplabile in maniera evidente, come spazio astratto metafisico privo di forma.