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Negli ultimi quindici anni il rapporto con l'Unione europea costituisce uno dei temi centrali della politica svizzera. La via degli accordi bilaterali è stata più volte oggetto di scrutini referendari. Benché questi referendum abbiano complessivamente confermato la linea del Consiglio federale, nel cantone Ticino, la maggioranza dei votanti si è espressa diversamente, opponendosi ai decreti. Come si spiega questa specificità? Tentando di rispondere a questa domanda, il volume analizza l'evoluzione delle campagne svolte dagli attori politici in occasione di referendum e iniziative federali su temi di politica estera e migratoria e l'atteggiamento dei cittadini nei confronti dei bilaterali e dell'Unione europea. Per compiere lo studio ci si è avvalsi dello spoglio sistematico di migliaia di annunci pubblicitari, articoli, lettere ai giornali, ecc. inerenti 15 votazioni svoltesi fra il 1970 e il 2005 e dei risultati di un'inchiesta condotta presso 1.300 cittadini ticinesi, in occasione del voto del 25 settembre 2005 sull'estensione della libera circolazione ai dieci nuovi membri dell'UE, accettato dal 56% dei votanti sul piano nazionale e dal 36% in Ticino.