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Nell'atmosfera intellettuale e religiosa della Francia della seconda metà dell'800, in cui la Chiesa giocava un ruolo fondamentale su tutti i fronti, la Vita di Gesù, opera di un giovane bretone, Ernesto Renan, suscita da un lato un forte riscontro popolare e dall'altro lo scandalo e la condanna tra gli ambienti cattolici. Fulcro dell'opera la negazione della divinità di Cristo e l'esaltazione della sua incomparabile umanità. Da ciò nasce l'opera che nemmeno lui stesso credeva di riuscire a portare a termine: la Storia delle origini del cristianesimo, divisa in capitoli (anche se inizialmente questa suddivisione in sezioni non era prevista) e di cui la Vita di Gesù doveva rappresentare la parte iniziale. Il Marco Aurelio ne costituisce il sesto volume, in cui Renan, laddove nei capitoli precedenti mostra un temperamento scettico e disincantato verso i concetti di giustizia e democrazia, sembra invece riconciliarsi con quest'ultima, confidando in una graduale ascesa dell'uomo. Spirito sottile e dallo stile brillante, uomo di cultura e amante degli studi, riuscì ad attirare intorno a sé l'ammirazione di un pubblico d'élite, che gli riconosceva il merito di aver illustrato molti aspetti reali e storici della vita di Gesù e della religione, volutamente ignorati dalla Chiesa cattolica.