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Negli anni '80, con la Sinistra al potere, l'informazione guarda a un mondo depresso che grida rabbia e rancore. A parte il caso dell'«Enciclopedico», creatura di G. Barbieri, sui giornali si ripercuote il boato del vulcano sociale trasmesso da personaggi dirompenti come F. De Matteis («Isernia», «L'Isernia») e L. De' Luca («Il Sannio»), dalle cui penne al cianuro non scampano avversari politici, quando si tratta di difendere interessi di parte e di palazzo. Al loro confronto, i reduci del 60, i "padri nobili" del primo giornalismo molisano, Albino e Bellini (che da Roma effonde le sue amare cogitazioni sul «Parlamentarismo»), sembrano agnellini. Tuttavia, c'è anche chi mostra passione e capacità nell'andare "oltre" lo steccato della provincia: vedi «Il Pensiero Sannita», poi confluito nella «Nuova Provincia di Molise», che ci ha regalato segni sicuri di un "esserci" nel contesto nazionale, senza rinunciare a lucide analisi dei guai di casa. Agnone esce dal suo superbo isolamento, quando avverte l'incombere della crisi migratoria («Aquilonia»), e ci stupisce con il suo primo giornalino scolastico, «Vittorino da Feltre», inteso a educare i bimbi in prospettiva di migliore futuro.