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Nello squallore della casa-famiglia, dove vive una bambina in attesa di adozione, sono riflessi solitudine e abbandono. Consolazione e condivisione cerca Sara nel Crocifisso, suo unico interlocutore, quando viene lasciata sola onde facilitare l'imprevisto rapimento. La bambina non ha più certezze: defraudata da chi le aveva mostrato un po' di bene, sente di rotolare come un barattolo vuoto. Affronta le brutte situazioni come può, come sa fare: cercando di distrarsi, di non farsi annullare dalle disgrazie che le piovono addosso. Nonostante la dolorosa costrizione in auto, lei riesce a cacciare i cattivi pensieri, la paura. Come? Annoiando i due con il racconto della propria vita, elemosinando pietà e benevolenza. Commovente il rifugiarsi nella bellezza catartica della natura, generosa di colori e di sorprese, che allevia il grande dolore per il mancato affetto di cui una bambina ha bisogno. Una tecnica salvifica l'isolarsi in lunghi soliloqui, mentre è immersa in un silenzio irreale. Sara mostra ottime capacità di difesa; le è propria la distrazione per allontanare il presente intriso di paura. Attiva tutti i mezzi e tutte le strategie per uscire dal tunnel di negatività.