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Quella che doveva essere una tranquilla e spensierata battuta di caccia organizzata da un suo vecchio amico in un paesino della provincia, si trasforma in una tragica quanto assurda vicenda, che vede coinvolto in prima persona proprio il maresciallo Prisciandaro. Insieme al fido appuntato Mincuzzi e al maresciallo Peppino Silletti, il Comandante della locale stazione dei Carabinieri, Prisciandaro è testimone di un delitto compiuto in una calda serata di luna piena di fine estate.