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Comicità e dramma, ironia e umanità, fascinazione e disincanto si rincorrono e si fondono in questo romanzo d'esordio complesso e articolato Una madre e due figlie - abbandonate dal marito e rispettivo padre dopo che lui le ha costrette, quasi per un capriccio, a trasferirsi da Parma a Massa - affrontano la loro vita da "donne sole" riversandovi speranze e frustrazioni diverse, a seconda delle età: Elena, che si ammazza di lavoro per mantenere le figlie e che vede progressivamente annullato ogni spazio di vita propria; Giulia, che sconta tra bulimia e anoressia l'eclissi della figura paterna e il rapporto con una bellezza non accettata; Simona, la "bambina felice" del titolo, che vive il passaggio dall'infanzia all'adolescenza con un disadattamento strisciante, ma anche con un coraggio leonino. È un ritratto familiare contraddittorio, ma anche uno spaccato storico dei nostri anni Ottanta e di quei mutamenti di civiltà di cui viviamo ancora oggi gli effetti.