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Nel libro viene percorso e mappato il racconto di una "Città Esplicita" come proposta di rottura con tutte le forme della politica urbanistica e della politica tout court conosciute finora. Né pubblico, né privato, né comune, ma spazio del Wo/Man Gemeinwesen. Una proposta a quaranta teste che impone a chi la dovesse abitare addirittura una mutazione aberrante del rapportarsi allo spazio. Eppure la delicatezza e ferocia a un tempo, oltre il brutalismo, di questo processo rivoluzionario che investe lo spazio-società, che è "la Città Esplicita" rimane straordinariamente sospeso, in grazia di ironia selvaggia, tra lo scandalo e il divertimento. Il libro contiene anche altri scritti legati agli ambiti della città e della nostra epoca: un omaggio a Gilles Ivain, la critica spietata dell'ambiente creativo, l'arte e la sua soppressione e infine il monologo di una IA che offre spunti, a suo modo, su uno spazio a venire dagli esiti ancora del tutto incerti.