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Il vastissimo patrimonio dei beni comunali, cioè le terre di uso collettivo, è stato fino all'Ottocento un istituto decisivo per le diseredate masse rurali del Friuli, poiché ha rappresentato per esse un vitale supplemento di risorse e, insieme alla chiesa locale, un potente fattore di radicamento identitario e territoriale e di regolazione dei rapporti vicinali. Facendo seguito alle pubblicazioni del 2004, 2010 e 2012, questo volume propone la traduzione a stampa dei privilegi con cui Venezia concedeva in uso "per grazia" le terre pubbliche alle comunità rustiche comprese negli attuali comuni di Povoletto, Remanzacco, Moimacco, Cividale, Corno di Rosazzo, Premariacco e Buttrio. E, poiché le terre di uso collettivo sopravvivono a tutt'oggi e sono anzi oggetto di interesse crescente da parte delle comunità locali, il volume offre anche il quadro delle esperienze di valorizzazione di tali fondi nel Friuli Venezia Giulia, approfondendo gli aspetti e i casi più significativi.