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Dopo "l'arte ideale" del romanticismo e del classicismo, le opere e soprattutto i drammi teatrali di Georg Büchner (1813-1837) aprono l'arte a una realtà mai rappresentata prima, la realtà dolorosa degli ultimi e degli oppressi, una realtà che impone al poeta una radicale riformulazione dei propri criteri estetici. Büchner porta a termine questo compito guardando sia alle tensioni irrisolvibili tra ragioni individuali e dinamiche storiche, drammaticamente rappresentate nella "Morte di Danton", che alla tragica vicenda del soldato "Woyzeck". In questo volume l'autore ricostruisce il significato e il valore dell'opera di Büchner, la sua estetica, i suoi presupposti filosofici e dunque le ragioni per le quali Büchner continua a essere un grande classico della letteratura e del teatro contemporanei.