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Avvalendosi di fonti archivistiche prevalentemente inedite, il volume delinea un quadro organico e documentato del sistema creditizio udinese tra "800 e "900, focalizzando l'attenzione sul ruolo della Cassa di risparmio di Udine nel mercato del credito locale e illustrando, tra l'altro, come essa riuscì a far affiorare parte cospicua del risparmio cittadino allora sommerso. Sorta nel 1876 sulle ceneri della cessata filiale dell'omologo istituto milanese, la Cassa iniziò a operare in una città in cui erano già attivi tre istituti di credito (la Banca nazionale nel Regno d'Italia, la Banca di Udine e la Banca popolare friulana), oltre a diversi banchieri privati. L'esame dei dati sulla composizione dei depositi dimostra che, per le condizioni di sicurezza garantite, affluivano nell'Istituto non solo piccoli risparmi ma anche grandi capitali che, soprattutto nei momenti di crisi, rifuggivano da impieghi rischiosi. La notevole disponibilità di mezzi pose infatti la Cassa al centro di cospicui e spesso contrastanti interessi economici.