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L'ultima tappa del Giro di Francia è una narrazione onirica in cui il protagonista, "un inguaribile sognatore, un ostinato gregario e, qualche volta, se la fortuna lo assiste, un corridore", rivive alcune esperienze fondamentali del suo passato, essenzialmente rimpianti e rimorsi, attraverso il viaggio della scrittura in un Altrove configurato come una specie di premondo o di antimondo. Lì, memoria e oblio svolgono un ruolo creativo e il protagonista è accompagnato nel suo itinerario dalle filastrocche di una voce femminile, di volta in volta attribuita alla sorellina da tempo scomparsa, alla fata Melusina o a una bambina non nata, fino all'incontro determinante con una seducente e scaltrissima volpe azzurra dalla coda argentata. "Dunque, in piedi e in marcia, Gustavo, mi dissi. I tuoi genitori possono aspettare insieme alla tua sorellina. Che fretta c'è di svegliarsi per morire? Meglio continuare a correre tra le lenzuola di lino. E correndo scrivere. E scrivendo arrivare primo al traguardo nell'ultima tappa del Giro di Francia. Coraggio, Gustavo. Tra poco dovrai affrontare i Pirenei".