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«Accanto al lento avanzare della mia musica mi sono occupato in questo momento esclusivamente di un uomo che è giunto nella mia solitudine come un dono del cielo. È Arthur Schopenhauer, il più grande filosofo a partire da Kant. I professori tedeschi lo hanno - prudentemente - ignorato per 40 anni. Che ciarlatani sono davanti a costui tutti gli Hegel etc.!». Così si esprime Richard Wagner in una lettera a Franz Liszt del 16 dicembre 1854. Nelle parole di Wagner mirabilmente si condensa il contenuto più autentico di questi scritti. L'argo-mento è uno solo: la musica. Vi si parla della musica in relazione alle altre arti e alla letteratura, e vi si parla della musica in relazione alla filosofia. Ma vi si parla della musica anche come valenza emozionale, come godimento estetico, come sollecitazione "metafisica" che sa indurre nell'animo umano, aprendo così il pensiero ad inedite ed ulteriori prospettive di esistenza e di conoscenza, dal momento che «la musica potrebbe continuare ad esistere anche quando il mondo non ci fosse più».