Tab Article
La cultura occidentale nel corso dei secoli si è interrogata sul valore del non detto, dell'inudibile, ma anche sui significati del silenzio della natura. Nell'età contemporanea il concetto di silenzio ha assunto un rilievo crescente. Aldous Huxley, nel suo "Il silenzio" del 1946, parlava di una "età del rumore" e di un suo "assalto al silenzio", prendendosela soprattutto con la radio. Oggi una certa sensibilità filosofica ha intercettato con angoscia quella che è stata descritta come "perdita del silenzio": tipica di un paesaggio sonoro moderno dominato dalla tecnologia e caratterizzato dal frastuono. La storia della parola silenzio dal medioevo ai nostri giorni viene tracciata da studiosi di letteratura, filosofia, cinema e antropologia nel volume che raccoglie gli Atti del III Colloquio internazionale di letteratura italiana. Attraverso le accezioni che il silenzio ha assunto nei secoli con Dante, Petrarca e Boccaccio, con Ariosto e Tasso, con Bruno e Marino, con Kant e Leopardi, con Manzoni e Poe, con Hölderlin e Shelly, con Rilke e Caproni, con Antonioni e Fellini, i più autorevoli studiosi italiani documentano in maniera inedita e originale alcuni nessi e influenze tra culture differenti per epoche e luoghi, nonché legami tra discipline umanistiche e scientifiche