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Nell'ambito dell'"Edizione Nazionale dei commenti danteschi", viene qui proposto all'attenzione degli studiosi e dei lettori un testo di enorme rilievo nell'esegesi primo-novecentesca della Commedia, a tutt'oggi apprezzabile per il rigore metodico, per i validi e spesso originali rilievi interpretativi e, soprattutto, per la costante attenzione riservata alla peculiare fisionomia morale di Dante poeta. Vittorio Rossi (1865-1938) seppe armonizzare nel proprio lavoro esegetico la rigorosa disciplina metodica della cosiddetta "Scuola storica" e le nuove istanze d'interpretazione estetica, di ispirazione crociana e specialmente gentiliana. Il suo metodo d'indagine - che nel valore artistico delle opere letterarie leggeva la manifestazione della "vita spirituale" dei rispettivi autori - si applicò in particolare agli amati studi danteschi, riassunti e culminati nel grande sforzo interpretativo della Divina Commedia, a cui lo studioso attese negli ultimi anni della sua attività. Dopo la pubblicazione dell'Inferno (1923), il lavoro del Rossi rimase interrotto al canto XXII del Purgatorio; esso venne in seguito portato a termine, con fedeltà all'impostazione originaria, dal suo allievo, Salvatore Frascíno (1899-1969).