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Libro fondatore dell'immaginario dell'esilio, "I Proscritti" rappresenta, all'interno dell'"edificio" balzachiano quella soglia che l'autore attraversa nel momento in cui avverte in sé il nascere di una nuova poetica. Punto d'incontro delle riflessioni giovanili d'ispirazione mistica e dell'attrazione per il pensiero scottiano - dunque attinente a un progetto di scrittura sul versante del romanzo storico - in esso Balzac si misura con quella "visionarietà del reale attenta all'immensa verità dei dettagli" che gli permetterà di addentrarsi nel labirinto della "Commedia umana".