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Il libro raccoglie testi diversi: brevi saggi per cataloghi, foglietti di galleria per la presentazione di una mostra, dialoghi aperti con l'opera di un artista, interventi (rari) in convegni o dibattiti dagli anni Ottanta ad oggi. È una sorta di possibile cronistoria a frammenti di un percorso non dell'arte, ma di un tessuto esistenziale di incontri con l'operare artistico, nei mutamenti che hanno contrassegnato la fine del moderno come ce l'eravamo immaginato, per un altro moderno ancora in costruzione. Non più figlio dell'arte ma in cui, anzi, l'arte e l'innovazione rischiano di dissolversi nell'estetizzazione. Questa attività di intervento critico, dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, ha accompagnato la ricerca saggistica dell'autrice, diventando un elemento importante anche se laterale di sondaggio e lettura dei cambiamenti in corso. Ogni scritto è un incontro, una storia, una scoperta, un vissuto, un legame. E anche la speranza che l'arte non abbia perso il suo sguardo visionario e il suo carattere sovversivo, qualsiasi cosa ciò oggi significhi. Perché l'estetizzazione può far più bello il mondo o i suoi oggetti e ambienti, ma non è capace come l'arte di vedere e far vedere con altri occhi: l'oltrepassamento, l'andare oltre, è ciò che caratterizza l'invenzione artistica. È di questa invenzione che oggi è povero il mondo.