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Nel libro, che raccoglie saggi inediti di indubbio spessore scientifico, la prima parte è dedicata all'analisi e formazione del giudizio di gusto a partire dal Settecento, secolo in cui l'interesse per un'indagine, volta a individuare una facoltà preposta alla valutazione e alla ricezione delle arti, si fa pressante e ricca di risvolti di grande interesse e originalità. La seconda parte si interroga sui limiti del gusto, andando a venderne le declinazioni all'interno dei confini della rappresentazione, coinvolgendo le categorie del brutto, del sublime, del melodrammatico, del kitsch, dell'orrore e perfino del disgustoso. Infine nella terza parte vengono sollevati temi specifici, a partire dall'oggetto verso il quale la fruizione si indirizza: le arti figurative, lo spettacolo in particolare. L'oggetto è ciò che viene incontro al soggetto che, predisposto a una fruizione consapevole, lo accoglie e, appunto, lo gusta.