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Dario Piana, Schumpeter e i Beatles. Un regista, un economista e il più celebre complesso musicale di tutti i tempi. Tre protagonisti apparentemente lontani ma che hanno in comune il medesimo demone: la distruzione creativa. Ogni prodotto innovativo distrugge tutto quanto esisteva prima di esso. E la pubblicità, in questo processo, assume un ruolo determinante e necessariamente deformante della realtà. Ma la pubblicità stessa, quale servizio offerto al mercato, è soggetta essa stessa a un intenso processo di distruzione creativa. Niente più della pubblicità è figlia del proprio tempo: commistioni, tendenze, esasperazioni, tutto è ripreso, mixato e riproposto in nuove forme e stili.