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Questo libro è insieme un gesto di fedeltà alla storia dei Balcani, intesi in senso ampio, dalla Grecia alla Bulgaria, dalla Turchia alla Romania, ma anche una denuncia degli errori ripetuti, dei ritardi, delle angherie e delle violenze che hanno accompagnato in queste terre l'esercizio del potere. Potranno mai conciliarsi, come si augura Alessandro Perich nel suo capitolo di congedo, modernità laica e integralismo alla balcanica? Potrà instillarsi progressivamente nelle coscienze l'idea della tolleranza e della convivenza? Domande non soltanto "balcaniche": il cammino da compiere nel rispetto delle regole democratiche non è poi tanto diverso in altre parti del mondo.