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Un calice di riflessioni sullo scorrere del tempo, servite in maniera lieve e scanzonata. Resoconto ironico - e immaginario - di un'esistenza borghese, frenetica e un po' alienante, rischiarata però da improvvisi lampi di consapevolezza. Diario intimo di un viaggio a bordo del treno della vita: da embrione a novantenne. Metafora classica rivisitata dall'autrice in chiave moderna, e calata in un tessuto narrativo declinato al maschile. Un invito a esorcizzare, con un sorriso, lo spauracchio della fine, riflettendo più spesso alla nostra uscita di scena. Per cogliere la gioia, la bellezza, l'indicibile. Assaporando ogni minuto, ogni istante, come fosse l'ultimo.