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"Guardare il mondo da un oblò" è un modo di vivere che Laura, giovane fotografa milanese, conosce bene e che si è costruita intorno, nel tentativo di tutelare sé stessa e la propria libertà. Stare alla finestra, osservare persone e situazioni senza entrarvi in contatto la fa sentire sicura e protetta, non obbligata a relazionarsi con persone che non le piacciono, fiduciosa nella possibilità di essere lei a regolare i modi e i tempi in cui gli altri la avvicinano. Durante i mesi di un inverno rigido e difficile per la mancanza di lavoro, Laura si rende conto che non può trattare sempre se stessa come se fosse la sua macchina fotografica, il cui diaframma si apre e si chiude a comando: alcuni incontri e situazioni la faranno riflettere sui limiti del modo con cui conduce la propria esistenza, e le mostreranno che si può vivere in un modo diverso, liberi, senza essere prigionieri del proprio bisogno di libertà.