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È il 31 Dicembre, Ludo è in ufficio, è annoiato e vuole bere; smette di scrivere il ricorso che stava redigendo e lancia un grido, acuto, assordante. Un centinaio di crani, per lo più calvi, si girano verso di lui e, poco abituati come sono alle cose insolite, tornano subito a fissare le proprie scrivanie. Ludo straccia il ricorso e scrive le proprie dimissioni. Il capo prova a dissuaderlo con ragionamenti subdoli ma Ludo, quella sera stessa, lascia la grande impresa dove ha sudato e sbadigliato per tre anni e si getta a capofitto nella vita, con l'eco di quel grido che lo accompagnerà per sempre.