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"Ce n'est qu'u début, continuons le combat", ritmavano i ragazzi del Joli Mai, il maggio francese, sfilando nelle strade di Parigi. A Roma, a Milano risuonavano le stesse parole: "Non è che l'inizio, continuiamo a combattere". Già, ma fu davvero l'inizio? Di cosa? E le illusioni di allora vivono ancora? Cinquant'anni dopo, siamo qui a farci le stesse domande, specie adesso che siamo arrivati alla fine di questa corsa in quattro volumi attraverso gli avvenimenti di quella stagione formidabile. Su un muro dell'Università di Tolosa, occupata fino a pochi giorni fa dagli studenti, qualcuno ha scritto: «Maggio '68. Loro commemorano. Noi ricominciamo»; e subito dopo, al Salone del libro di Torino, il filosofo francese Edgar Morin ha affermato che cinquant'anni fa fu aperta una breccia e avviata una "rivoluzione" che non è ancora finita. Il Sessantotto continua?