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Nathaniel Hawthorne amava definire i suoi romanzi "romances": mentre il "novel" rappresentava la forma del realismo narrativo, il romance privilegiava una narrativa "soggettiva", intessuta di simboli, allegorie, problemi intellettuali, psicologici o esistenziali. In Hawthorne prevale infatti la ricerca di una più alta comprensione della natura umana, anche nei suoi aspetti più aberranti. Non a caso i suoi personaggi sono sempre eccentrici, come a manifestare un sostanziale disadattamento rispetto a canoni di comportamento troppo astratti nel loro rigore, e questo dicasi anche per i protagonisti dei racconti qui presentati. "Wakefield" (1835) narra di un tranquillo signore londinese che decide di sparire per vent'anni. Solo quando saprà di essere vicino alla morte si ripresenterà dalla moglie senza dare alcuna spiegazione, come se si fosse allontanato il giorno prima. In "The Minister's Black Veil" (1836) il pastore Hooper un giorno si presenta alla funzione domenicale con un velo nero che gli copre interamente il volto, senza dare spiegazioni a nessuno. E continuerà a portare quel velo sempre, confessando solo in punto di morte le ragioni di tale scelta. "Ethan Brand" (1850) è la storia di un uomo che lascia tutto e parte alla ricerca del Peccato Imperdonabile. Dopo molti anni farà ritorno, rivelando di aver trovato quel Peccato in se stesso.