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Quella di Stefano Graiff è una storia candidamente offerta, come egli stesso scrive nell'introduzione, a tutti coloro che hanno smesso di sognare, alienati nella misera condizione della quotidiana esistenza ormai ai limiti del collasso, automi in cerca di padroni a cui sottostare, semplici comparse che ormai hanno perso quella gioia che brilla negli occhi, la voglia di sognare, il desiderio di essere protagonisti della propria vita. Una tremenda liberazione dalla maschera che si indossa per affogare nell'immenso mare di incomprensibilità e una deflagrazione dell'espressione inconscia del pensiero per riappropriarsi della voglia di sognare.