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A cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso si fa strada un nuovo modo di concepire il ruolo del tifoso. Sugli spalti compaiono striscioni dalle scritte singolari: "Commandos", "Fossa", "Ultras" o ancora "Brigate". Gli ultras, tifosi oltranzisti, si appropriano di uno spazio, creano regole e si ritagliano un ruolo di primo piano all'interno dello stadio. Le curve diventano il luogo di veri e propri spettacoli colorati, che si svolgono in concomitanza con l'evento sportivo. A cinquant'anni dal suo debutto, la cultura ultras perpetua e rinnova il proprio successo fra i tifosi di tutto il mondo. La fedeltà alla propria squadra spinge gli ultras a innovare e a proporre, con il loro tifo, uno spettacolo nello spettacolo. Al dilagare della violenza, essi oppongono innanzitutto creatività, autonomia, rifiuto della mercificazione del calcio e critica della repressione.