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Il 9 e 10 ottobre 1967 al Museum of the City di New York Marshall McLuhan e Harley Parker discutevano sul senso dei musei nell'epoca elettronica e sulle possibilità di un radicale cambio di strategia negli allestimenti, insieme a un nutrito gruppo di esperti e addetti ai lavori degli Stati Uniti e del Canada. La fama di McLuhan era al culmine in quell'anno. Il testo del seminario, inedito in inglese e in italiano, è di per sé interessante e ancora attuale. Ma qual era stata l'evoluzione delle idee e delle pratiche dei musei, dagli anni Trenta ai Sessanta? E come interpretare le evidenti relazioni tra le idee del padre fondatore della scienza dei media e il clima delle avanguardie - americane e non solo - dei Sixties, il decennio-origine di tutta la cultura successiva? Ed è possibile il recupero delle posizioni di McLuhan nel dibattito attuale sulle tecnologie e la comunicazione dell'"heritage"? Il saggio di Donatella Capaldi affronta queste domande e ricostruisce le relazioni tra il seminario e l'evoluzione della mediologia nel suo momento esplosivo.