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Le banche si trovano di fronte a un bivio: salvare se stesse o salvare il paese e le aziende? Quale modello di servizio è oggi praticabile? Con quale tipo di azionisti? Le risposte coinvolgono in maniera forte accademici, manager, legislatori ma soprattutto mettono in luce come il destino delle banche sia indissolubilmente legato a quello delle imprese, chiamate anch'esse a scelte complesse e difficili sotto il profilo della strategia e della proprietà, statale o familiare che sia. Sullo sfondo, il ruolo dello Stato: non più come erogatore di risorse, ma come fattore di produzione di buone regole e buone soluzioni che possano facilitare quello scambio di risorse finanziarie fra banche e imprese, cruciale per l'intero sistema paese. I destini sono quindi indissolubilmente incrociati. Al centro della riflessione dell'autore il ruolo e la responsabilità che il sistema finanziario ha nei confronti del sistema industriale e del paese più in generale. Ciò non solo alla luce dell'esigenza di un nuovo sviluppo ma anche di fronte alla prossima scadenza che sancisce il passaggio da un sistema bancario vigilato a livello domestico a uno realmente integrato a livello europeo, sotto il controllo della BCE.