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Il testo, partendo dalla storia di Vittoria, dottoressa specializzata in Psicologia Infantile, rappresenta vissuti problematici e scene di vita quotidiana nella Napoli contemporanea. La tematica principale è quella dell'attesa della protagonista, che dal momento del suo matrimonio si ritrova a desiderare con tutta se stessa un figlio. Emergono il dolore, la rabbia, la rassegnazione, lo sconforto di una coppia e soprattutto di una donna che non riesce a concretizzare il suo desiderio più profondo. Questa condizione di attesa si unisce ad altri aspetti difficili della vita della protagonista, come la perdita improvvisa del padre, i litigi con il marito - quando ad un certo punto il dialogo viene meno - il rapporto con la madre, che col tempo diventa sempre meno regolare. La narrazione scorre come un vero e proprio flusso di coscienza, strutturata sotto forma di lettere che la donna scrive al figlio che non riesce a concepire. Di particolare interesse sono anche le storie problematiche dei ragazzini di cui Vittoria si occupa, cresciuti troppo in fretta in una realtà difficile e senza il sostegno dei genitori. Uno di questi è Nicola che, dopo aver perso la madre in un incidente stradale, si chiude in se stesso, dando vita ad una particolare forma di mutismo. Fra Vittoria e Nicola si crea un rapporto davvero speciale, quasi madre/figlio. Entrambi hanno un "cuore di ceramica", capace di ricomporsi nonostante le tante ferite.