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Sant'Agostino ammetteva di conoscere il "tempo" solo se nessuno gli chiedeva che cosa fosse. Lo stesso sembra succedere per il "territorio". Adesso che la doppia crisi globale, finanziaria ed ecologica, mette a nudo l'insostenibilità delle regole del gioco, ritornare al territorio, riprogettarlo, conoscerlo per governarlo, diviene decisivo per organizzare dal basso una nuova sostenibilità. Gli autori prospettano una triplice azione strategica, tipicamente ad una scala regionale: governare le città complesse, organizzare le risorse collettive di conoscenza, ricostruire le reti ecologiche. Nel fare questo, essi si ispirano a quella specie di golden era della costruzione territoriale dal basso che furono gli anni Sessanta del Novecento in Emilia-Romagna e in altre zone del territorio nazionale.