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La gazza ladra di Rossini è un melodramma in due atti scritto da Giovanni Gherardini, commissionata dal Teatro alla Scala di Milano intorno al 1917 per il rientro di Rossini in Italia. Appartiene al genere semiserio in bilico fra il buffo e il tragico e prende ispirazione da un soggetto tratto dal teatro francese, La pie voleuse, di Théodore Babouin D'Aubigny e Louis-Charles Caigniez rappresentato a Parigi nel 1815. Le vicende narrate da Gherardini rispettano i personaggi e i luoghi tipici del genere semiserio: in questo caso la storia è ambientata in un vilaggio non lontano da Parigi e già nella prima scena siamo di fronte ad uno degli elementi ricorrenti nel melodramma: la casa del "ricco fittajuolo" Fabrizio Vingradito, presso la quale la sventurata protagonista Ninetta è a servizio. Tutta la narrazione ruota attorno al furto di un cucchiaio, motivo scatenante di una serie di vicende che rendono colpevole di furto Ninetta ma che alla fine, così come predeve il copione del genere buffo, si salva e si scopre che il colpevole è una gazza. Un finale previsto e atteso, quello della Gazza ladra, che grazie al lieto fine trasmette un senso di felicità sebbene attraversato da un intreccio piuttosto tragico nel quale Rossini coinvolge lo spettatore fin da principio, con una maestosa sinfonia che non ha punti di cedimento e mantiene un registro alto.