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In questo libro vengono esaminati due artisti apparentemente molto diversi e distanti: Andy Warhol (1928-1987), guru della Pop art americana, stella indiscussa del firmamento artistico internazionale, patrocinatore di una concezione multimediale dell'espressione creativa, la cui opera è tutta riassunta nella dimensione dell'immagine; Sergio Romiti (1928-2000), artista chiuso, solitario, designato erede di Morandi, che ha avuto il rarissimo merito di esporre in cinque Biennali di Venezia consecutive (dal 1952 al 1960), la cui opera si riassume tutta nell'assenza dell'immagine. La ricerca, assolutamente inedita, sia nella forma, sia nella sostanza, rivela due artisti non poi così inconciliabili, a partire dalla stessa data di nascita. Strutturata come una doppia monografia congiunta, illustra e interpreta le opere di Warhol e Romiti all'insegna di un registro duplice: quello storico e critico, che segue l'opera nei dettagli interpretandone le sfumature più riposte, e quello che l'autore definisce "biosocioculturale", nel quale i due artisti divengono forme simboliche di processi in atto.