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"Se dovessi descrivere la battaglia con quanto vidi o sapevo quel giorno, il mio racconto, credetemi, sarebbe molto breve e quelle poche parole create dall'esperienza e dalla fede comporrebbero qualcosa di molto lontano dalla realtà. Eppure io, il 15 novembre dell'anno di salute 1325, ero sul campo. Dirmi uno dei protagonisti dello scontro o definire il mio tributo a esso come combattere sarebbe certo impreciso, ma ero pur sempre uno dei fanti all'ombra dei gonfaloni della nobile città di Bologna e se 'volontario' o 'compiaciuto' non sono gli aggettivi atti a descrivere la mia presenza sul campo di Zappolino, io, a Zappolino, c'ero". Bastiano il mercenario e Donato il banchiere ci guidano nel labirinto di guerre, congiure, segreti, alleanze e tradimenti apertosi con il massacro di Zappolino. La Bologna del Trecento in un affresco storico suggestivo, sapiente, di grande rigore filologico in cui ancora una volta è "la regina" a essere l'assoluta protagonista.