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Il problema del male è, nei suoi presupposti, radicato indissolubilmente nel cuore speculativo del filosofare schellinghiano ben prima che esso erompa in tutta la sua forza nella Freiheitsschrift del 1809. Quest'ultima appare anzi svuotata del suo significato più autentico, quando non venga considerata come punto di arrivo, più che di partenza, di un complesso e articolato movimento di pensiero che affonda le sue radici nella filosofia dell'identità. Nel tentativo di esorcizzare sin da principio la domanda sul male, Schelling è spinto a radicalizzare la definizione di Assoluto indistinto ed è sulla discussione della categoria di limite che si gioca il successo del tentativo.