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Il più antico trattato di diritto pubblico che la dottrina giuridica medievale abbia prodotto è la "Summa Trium Librorum" di Rolando da Lucca, che vede la luce qui per la prima volta in edizione critica. Integrato perfettamente nel gusto e nello stile della scuola dei glossatori del XII secolo, Rolando non è però un professore: è un giudice, impegnato nella pratica dei tribunali cittadini e nella politica comunale. La sua opera induce a riconsiderare complessivamente il rapporto fra dottrina giuridica e prassi istituzionale a ridosso del tornante del 1200, quando il rilancio dell'Impero d'età sveva coincide con l'affermazione progressiva delle autonomie comunali. Un'ampia introduzione al testo si propone di aprire una discussione rinnovata sul diritto pubblico medievale, che trova la sua formulazione teorica proprio nell'ambiente urbano, dove si avvia una riflessione profonda sul rapporto fra Comuni e Impero. Si tratta di un'elaborazione fortemente laica, che costituisce un elemento indispensabile per comprendere le successive teorie pubblicistiche del Duecento, fiorite negli ambienti nazionali europei e da decenni al centro della ricerca medievistica.