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Al nome e alla figura di Gioacchino da Fiore si riconduce una raccolta di immagini denominate "Liber Figurarum". Nell'elaborazione di un metodo teologico che collocava l'azione della Trinità all'interno di una storia escatologica, l'abate calabrese fece ricorso dapprima a diagrammi e successivamente a più sofisticate "figurae", per mezzo delle quali veniva elaborata una sorta di esegesi calcolatrice. Negli alberi delle generazioni, nella "concordia" delle persecuzioni, tra le quali spicca l'enorme drago rosso dell'Apocalisse, nelle "rotae" ispirate alla visione del profeta Ezechiele e nella sintesi di una riforma dell'esperienza monastica rappresentata dalla "dispositivo novi ordinis", si venne elaborando una teologia figurativa di grandissima originalità. Il testo è integrato da una sezione di illustrazioni che offre al lettore le miniature e le pagine più significative dei manoscritti che hanno tramandato le "figure" gioachimite.