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Affermare la propria autorità, proponendo di sé l'innovativa immagine del monarca; "scorporare" terre, castelli e villaggi dipendenti dai contadi delle città; subordinare a sé i potenti dello Stato, trasformandoli da vassalli in sudditi. Fu questo uno dei tratti della prassi di governo di Filippo Maria Visconti, duca di Milano, un sovrano per certi versi "rivoluzionario" che innovò profondamente la politica dei rapporti feudali nei territori sottoposti alla sua giurisdizione per delega imperiale, spostando l'asse dei rapporti di sudditanza dal semplice giuramento di vassallaggio a una struttura che vincolasse i signori ai territori del suo dominio.