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Il libro segue le tracce del mito attraverso i capolavori più noti. Ma non solo, indaga anche in quel frastagliato mondo di riferimenti, citazioni occasionali e volute in cui il richiamo è esplicito o implicito. Don Giovanni non è solo una creatura d'autore: è il titolo di uno dei più famosi long plain di Lucio Battisti, è un famoso quadro di Klee, è il nome dato a un rimorchiatore transcontinentale eccetera. L'antropologo Marino Niola risale alle sorgenti della leggenda che affondano nell'immaginario dell'età barocca e che vede nel purgatorio il luogo dell'incontro tra vivi e morti, dando ascolto al secolare, anonimo mormorio, fatto di credenze religiose, tradizioni orali, fiabe, teatro, arti visive, cultura di massa, da cui il mito di Don Giovanni trae la sua eterna giovinezza. Per approdare agli usi più postmoderni e stridenti del mito nella più sfrenata contemporaneità. Da corollario al testo una galleria di immagini che costituiscono un vero racconto iconografico del mito: dalle figurine Liebig, alle più importanti interpretazioni cinematografiche e liriche, alle miniature di volumi medievali, alle statuine messicane.