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In quello che fu il rione dell'Isolo a Verona sorge una chiesa che conserva tesori di inestimabile valore. Essa era il centro della vita del monastero di Santa Maria in Organo, proprietario nel medioevo di terre e beni in tutto il Veronese. Dal XIV secolo il monastero fu affidato all'ordine degli Olivetani che lo ricostruirono demolendo l'antico. Gli Olivetani furono promotori anche della trasformazione della chiesa da romanica a rinascimentale aggiungendo le cappelle laterali, rialzando la cupola e il presbiterio. Ideatore di questa trasformazione fu fra Giovanni da Verona, uomo di vasta cultura, artista geniale e poliedrico (architetto, scultore, intarsiatore, miniatore e maestro di prospettiva). Egli disegnò anche il nuovo campanile, le cappelle e la celeberrima sagrestia, definita da Vasari "la più bella che fusse in tutta Italia". Aprì nel convento una fiorente scuola di tarsia e con l'aiuto degli allievi religiosi e laici realizzò il candelabro, il coro ligneo e il suo capolavoro, la spalliera della sagrestia.