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"La lunga lettera" non propone le tensioni di un romanzo poliziesco, né le meraviglie di un fantasy: offre la storia quieta di un tempo ormai lontano, ricostruita dal curatore con la fedeltà di un ordinatore disciplinato, per quanto commosso, che nulla metteva di suo per romanzare la vicenda. Vedrà il lettore le ragioni dell'incanto: il libro racconta una semplice storia d'amore, nel nascere e consolidarsi di un sentimento, senza che nulla si perda del profumo dei sentimenti, dei moti dell'anima, delle attese e dei progetti di due giovanissimi, appunto nella primavera della loro vita. Le loro parole assumono il valore di un dono per noi che ora le leggiamo, sorpresi e commossi da questa storia che, ormai da un abisso di anni, di nuovo all'improvviso esce dal suo scrigno e si racconta: due voci, due vite che non ci sono più, ma che per virtù della parola tornano a vivere in noi, per dirci, ad uno ad uno, i moti del loro cuore, e anche, sullo sfondo, per consegnarci le coordinate del loro mondo, il terzo decennio del Novecento, così lontano, così diverso, così simile al nostro.