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"Le memorie di Giorgio Bazzocchi sono notevoli ed originali sotto diversi punti di vista. Anzitutto, si discostano dalla produzione tradizionale delle "rimembranze" confezionate post eventum con intenti di solito autocelebrativi o autoassolutori, in virtù della straordinaria capacità d'analisi e di comprensione. L'autore racconta i sentimenti e le passioni di una strana Resistenza, al di qua e al di là della vulgata: al di là, per la ricostruzione di un contesto più vasto, ricco di personaggi e di centrali operative remote, di radio e di parole in codice, di aviolanci e di sommergibili; al di qua, per il continuo rinvio ad una dimensione più profonda ed intensa, per dire ciò che quei mesi hanno pesato sulla vicenda esistenziale (sua, e non solo sua): in un confronto sottile giocato fra l'autoanalisi dell'io narrante e il profilo "meridiano", solare, dell'alter ego irraggiungibile: Arturo Spazzoli fra ciò che si è e ciò che non si è riusciti, fino in fondo, ad essere." (dal saggio introduttivo di Roberto Balzani).