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Fu Pier Paolo Pasolini che suggerì all'amico Sandro De Feo il titolo "La giudìa" per questo volume di racconti, uniti a comporre un vero e proprio romanzo di formazione. Roma, come fosse l'emblema del mondo al femminile, ne è l'autentica protagonista: prima è la città della guerra, un losco paradiso di fame e borsa nera, poi quasi di colpo è quella, cosmopolita e mondana, che tutti riconoscono nel mito della Dolce Vita. L'autore, testimone e complice, si sorprende a raccontarla con ironia e insieme con struggente malinconia: "Quasi mezzo secolo di oblio - scrive Massimo Raffaeli nell'introduzione - non è riuscito a cancellare il fatto che Sandro De Feo sia stato uno dei più originali scrittori degli anni Sessanta e che "La giudìa" rimanga una delle opere più singolari del decennio".