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Giuseppe Prezzolini (1882-1982), paziente enciclopedico didatta delle generazioni del primo Novecento, è al centro di questa indagine. Il mitico direttore della "Voce" è analizzato nella sua giovinezza leonardiana di ricercatore dell'impossibile e nella maturità scettica e distante, quando dalla postazione americana sembrò guardare all'Italia con la malinconia fredda di un alchimista dipinto da Dürer.