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Un fil rouge lega le numerose pellicole, dagli albori del cinema a oggi, ispirate al romanzo Oliver Twist, una delle piú celebri narrazioni dell'infanzia che, grazie all'eccezionale qualità visiva e cinematografica del testo di Dickens, ha trovato da sempre efficace trasposizione nel linguaggio filmico. In particolare si analizzano le tre opere dei grandi maestri Lean, Reed e Polanski. L'Oliver di Lean risalta per la sua finezza interpretativa, per le ardite soluzioni tecniche adottate e la capacità sintetica, rispettosa delle componenti testuali. Reed privilegia la linea favolistica, l'universalità dell'avventura di scoperta e affermazione del bambino che non solo è, simbolicamente, sempre un orfano, ma passa incorrotto attraverso le molteplici violenze del mondo. Polanski trasmette più moderna eco, con rimandi autobiografici. Ma la resistenza del protagonista alle brutalità e agli orrori del mondo ha un esito carico di amaro dubbio, e la stessa sopravvivenza finisce per sapere di colpa.